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Aggiornato Mercoledì 12-Apr-2023

 

 

 

Gemma radunò i compiti sparpagliati sulla cattedra e mentre i ragazzi si avviavano verso l’uscita ricevette un messaggio sul telefono. Di norma non vi prestava attenzione, non al lavoro, ma fu incuriosita dalla gragnola di notifiche che cominciarono ad arrivare in rapida successione.
«Ragazzi, ho incrociato la Direttrice poco fa… mai vista in quello stato… una pazza…»
«???»
«Tutta eccitata, spettinata, trafelata… mi ha detto di dirvi che alle 15 c’è una riunione nel suo ufficio… “nessuno se ne vada!”, parole testuali…»
«Ma è matta? Io ho l’appuntamento con lo specialista!»
«Anch’io devo andare, così sono passato di segreteria e ho chiesto: nulla! Segreto di Stato! Maria era tutta agitata con un sorriso a trecento denti stampato in faccia che sembrava avesse vinto alla lotteria…»
«Magari è quello :D»
«Non si può stare tranquilli un attimo…»
«Basta che non ci cambino gli orari un’altra volta…»
«Io c’ho una vita, non può scombussolarmi i programmi un giorno sì e l’altro pure!»
«Sono troppo curioso…»
«Ve lo dico io cosa succede…»
«Spara!»
«Ha trovato il fidanzato.»
«La fidanzata, semmai…»
«???»
«???»
«Scherzo. Pare che abbia ricevuto una mail dalla Ministra…»
«No, dai…»
«E allora?»
«Che vuole?»
«Non so altro, però è tutta la mattina che là dentro non capiscono più nulla, neanche avessero ricevuto una lettera d’amore da Raul Bova.»
«Ecco, ora mi tocca spostare l’appuntamento che mica me la voglio perdere l’annunciazione…»
«Speriamo bene perché a me ‘sta cosa puzza…»

Le 15 arrivarono in fretta. Gemma entrò in ufficio leggermente in ritardo. Si scusò e sedette facendo cadere il contenuto della sua cartella. La Direttrice, visibilmente irritata, riprese a parlare: «Come dicevo poco fa, abbiamo ricevuto una comunicazione dal Ministero che c’informa dell’intenzione del Ministro di far visita al nostro Istituto. Questo rientrerebbe in un Tour che la Dottoressa Lorusso ha intenzione di fare presso i maggiori Centri del Nord. Ancora non conosciamo i dettagli della visita, ma la segreteria si è raccomandata di mandare in gita i ragazzi e i loro familiari dato che la delegazione al seguito del Ministro sarà prevedibilmente molto numerosa: non meno di ottanta persone tra cui i Sindaci delle città coinvolte nell’iniziativa, i Presidenti di Regione, Assessori vari, consiglieri, dirigenti, segretari, questori, giornalisti, TV, insomma, tutti.  Considerato che l’Istituto non ha una capienza sufficiente nemmeno per far stare comodi gli utenti, sono perfettamente d’accordo con la richiesta. Oltretutto, eviteremo situazioni che potrebbero rivelarsi imbarazzanti per il Ministro e i suoi ospiti.»
«Scusa, Carla, ma non abbiamo i soldi nemmeno per comprare il materiale didattico, come ce li mandiamo in gita?», chiese Gemma senza riuscire a nascondere lo stupore.
«I soldi per questo ci sono già. Occorrerà trasformare la palestra in auditorium e restare in servizio tutto il tempo necessario.»
«In che senso?», chiese Nicola, l’insegnante di musica che di norma durante le riunioni faceva scena muta.
«Quel giorno, i giorni precedenti e quelli seguenti non vi sarà orario e nessuno si azzardi a darsi malato, non la passerebbe liscia! Questa è un’occasione irrinunciabile che darà all’Istituto una visibilità straordinaria. Ci è chiesto di essere all’altezza ed io non ho intenzione di deludere il Ministro!»
«Ma che senso ha questa visita?», chiese l’insegnante di sostegno.
«Ha il senso di dimostrare apprezzamento e il vivo interesse del Ministro per l’efficace lavoro che svolgiamo in condizioni non semplici!», esclamò la Direttrice rossa paonazza, probabilmente già immaginandosi accompagnata a personaggi secondo lei tanto prestigiosi.
«Più che altro che senso ha farlo senza la presenza dei ragazzi e delle loro famiglie…», puntualizzò l’insegnante di matematica.
«Una passerella ad uso e consumo dei media...», ipotizzò Nicola fulminato dalla sguardo della Direttrice.
«Ci hanno espressamente chiesto un video di qualche minuto da proiettare durante la visita. Ho pensato di far riprendere i ragazzi mentre costruiscono la panchina contro la violenza sulle donne…»
«L’hanno già realizzata. Gliene facciamo fare un’altra?»
«No, smontiamo quella già fatta e gliela facciamo rimontare per il video…»
«Più vero del vero… Come sottofondo musicale propongo “Giovinezza”…»
«Gemma!», sbottò la Direttrice.
«Comunque, senza l’utenza è come se il Papa facesse vista ai pazienti ricoverati in ospedale e le corsie fossero vuote, non fa nemmeno ridere.», disse qualcuno mentre ormai tutti avevano cominciato a parlottare.
«Ma dai, che bello: il Ministro – quando ci ricapita?»
«LA MinistrA, lA MinistrA!»
«Uff, che palle: il ministro, la ministra…»
«È lei che non vuole essere chiamata ministra…»
«La minestra, semmai.»
«Un po’ di rispetto! Il Ministro Lorusso è un’ottima persona!»
«La minestra Lorusso è leghista…»
«Ma vah? Pensavo fosse fascista…»
«Che differenza fa?»
«Meglio lei che qualche sciacquetta del PD…»
«Abbeh, su questo…»
«Per favore, evitiamo di parlare di politica! Non è né la sede né il momento adatto per perderci in chiacchiere da bar!»
«In effetti, sono le 16 passate e non abbiamo ancora concluso nulla…»
«Appunto.»
«Scusa, Carla, la palestra è minuscola e non abbiamo nemmeno le sedie… col cavolo che ci stanno ottanta persone e col cavolo che riusciamo a trasformarla in un auditorium!»
«Se è una bella giornata, potremo far montare un palco in cortile…»
«Per il comizio?»
«Possiamo chiedere le sedie a Don Mario…»
«Pensi che la parrocchia abbia ottanta sedie?»
«Già, ottanta sono veramente tante.»
«Magari, 10 lì, 20 da un’altra parte, qualcuna la portiamo da casa, una trentina forse le abbiamo…»
«Ma che figura ci facciamo: ottanta sedie tutte diverse!»
«Noleggiamole…»
«Finalmente un’idea sensata… Maria, ti spiace informarti? Senti anche un fiorista, sarà il caso di prevedere un minimo di addobbo, magari faccio dare una rinfrescata alle pareti…»
Gemma non riuscì a trattenersi: «Io sono veramente costernata: per la cancelleria, la carta igienica, i libri, non c’è un centesimo e ci dobbiamo procurare quello che serve a spese nostre, poi viene la minestra di ‘sto cippo per farsi fotografare in una scuola di disagiati (ASSENTI) e improvvisamente saltano fuori millemila euro per fare di tutto… ma non siamo mica negli anni Trenta! Ci manca solo di dover fare il saluto romano e siamo a posto!»
«Ora basta. Quello che avevo da dirvi l’ho detto. Ancora non sappiamo il giorno esatto della visita, ma quando accadrà non vi saranno giustificazioni che tengano: dovrete essere tutti a disposizione dimostrando abnegazione e spirito di sacrificio.»

Gemma stava per dire qualcosa, ma ricevette un calcio nello stinco da Nicola. Comprese che era meglio tacere e che forse aveva esagerato. Con un contratto a tempo determinato il cui rinnovo dipendeva esclusivamente dal grado di simpatia che avrebbe raggiunto, non era salutare esporsi in quel modo, per questo si offrì di dare una mano. La Direttrice apprezzò e forse per punirla delle sue intemperanze, la incaricò di aiutare Maria ad organizzare la giornata. “Così imparo a tenere il becco chiuso”, pensò mentre le colleghe già si accordavano per andare a comprare l’abbigliamento giusto da indossare il giorno del grande raduno.

 

 

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