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Pagina creata nel Luglio 2014
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Aggiornata Martedì 13-Mar-2018

 

EDICOLE CELATE

 

Questo era un passaggio pedonale che collegava Corte Campana a Piazza Sant'Alessandro. Al suo interno vi era un edicola che ospitava una delle due Madonne col Bambino in terracotta con tracce di policromia attribuite a Donatello, databili tra il 1406 e il 1408 circa, oggi custodite nel Museo Nazionale di Villa Guinigi.

Un pertugio delizioso, sottratto al godimento e alla fruizione dei cittadini forse per impedirne il degrado dovuto all'abitudine di utilizzarlo come orinatoio e luogo di assunzione/spaccio di sostanze stupefacenti.

Effettivamente è un vicolo molto appartato, quindi, come altri luoghi altrettanto particolari e nascosti di Lucca, si prestava ad un utilizzo improprio, tuttavia, la sua chiusura ha penalizzato l'intera comunità senza risolvere il problema delle brutte abitudini che, com'è ovvio, sempre si spostano altrove, se si spostano, ma non è questo il caso: nel 2013, infatti, alcuni residenti esasperati vi collocarono una cancellata per impedire agli incivili di addentrarsi sino al portone per utilizzarlo come vespasiano. Fortunatamente intervenne Italia Nostra e la cancellata abusiva fu rimossa.

Problemi di questo tipo a parte, sarebbe il caso di riaprirei il vicolo eventualmente dotandolo di telecamere e chiudendolo la sera, come si faceva un tempo, perché Lucca non è solo Via Fillungo e le aree ad alta densità commerciale/turistica, Lucca è, soprattutto, i suoi angoli appartati, le sue vie deserte - luoghi dell'anima e della storia che i lucchesi spesso nemmeno conoscono e comunque faticano ad apprezzare.

 

AGGIORNAMENTO

Gennaio 2016

 

Il 21 Marzo del 2015 mi è capitato di passare per caso da Piazza Sant'Alessandro e dopo oltre trent'anni dall'ultima volta che ho potuto percorrere il vicolo, l'ho trovato aperto! Il cuore mi è balzato in gola e mi sono precipitata. Un'addetta alle pulizie straniera stava disinfettando la strada. Ho dovuto insistere per poter dare un'occhiata perché lei, un po' non capiva e un po' temeva di essere rimproverata se mi avesse permesso di scattare alcune fotografie. Alla fine ho tagliato corto: mi prendevo la responsabilità e senza troppi complimenti ho varcato l'uscio. Pochi istanti dopo mi si è fatta incontro una signora assai sospettosa, ma la diffidenza è subito sparita quando ha compreso il mio entusiasmo, la mia gioia. Mi ha spiegato che il vicolo è privato, che sono stati costretti a chiuderlo perché la situazione si era fatta insostenibile oltre ogni limite. Gli sarebbe piaciuto riaprirlo, ma dato che le brutte abitudini non erano cambiate nemmeno impedendone l'accesso, non sapeva se lo avrebbero fatto.

Ad ogni modo, ho finalmente potuto osservare l'edicola e documentarla. E' una nicchia ricavata nella muratura: una lunetta semplice, di nessun pregio, posta al coperto e ben riparata, nonostante questo un retino protegge la cavità in cui, oggi, è custodita una madonna di produzione seriale. All'esterno vi è una mensola di legno anch'essa in buono stato. Le dimensioni mi sono parse modeste, perciò, la Madonna con Bambino in terracotta che è alta circa 86 centimetri, doveva starci appena - c'è da chiedersi come sia finita in quel cantuccio. Il Museo Nazionale di Villa Guinigi mi sembra una collocazione decisamente migliore.

 

 

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