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Pagina creata il 12 Marzo 2018
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Aggiornata Martedì 13-Mar-2018

 

TISTA, Drogheria e filati

 

Di Tista, il bottegaio più muto e allampanato di Lucca, posso solo narrare quello che ricordo: era alto, lento, sospettoso, sempre con il cencino in mano, sempre con l'orecchio teso ad ascoltare le chiacchiere degli avventori, attento a quel che facevano e dicevano.

Nella sua bottega posta in Piazza San Michele al civico 10, vendeva una strana accozzaglia di mercanzie e liquori particolari, in bottiglia e sfusi, al bicchiere. Tra questi l'ottima "Biadina", servita in minuscoli bicchierini a cono su un letto di pinoli. Il "gioco" consisteva nel riuscire a bere il liquore insieme ai pinoli, senza doversi aiutare con le dita o un cucchiaino. Vi si riusciva dopo molti tentativi, molto esercizio, dando un colpo secco, di polso, al bicchiere.

Entrando nel piccolo negozio, a sinistra, vi erano un paio di tavoli rettangolari di legno, una panca contro la parete (se non ricordo male), sedie dall'altra. A destra, il meraviglioso bancone con il piano in marmo e il lavabo tondo (quest'ultimo non più esistente). Dietro la piccola mescita, le scaffalature in vetro con l'esposizione di liquori aromatici e "curativi", oltre, le scaffalature e i cassetti di legno con i campioni degli articoli che questi contenevano incollati sul davanti, a vista (perlopiù bottoni, filati, articoli per l'imbottigliamento, la distillazione ed altre minuterie).

Andare da Tista, bere la Biadina, era un rito da consumarsi ogni giorno, da soli o, preferibilmente, in compagnia. Intere generazioni si sono sedute ai suoi tavoli. Quando decise di chiudere l'attività, fu un lutto. Fortunatamente si mosse la sovrintendenza e vi fu una vera e propria sollevazione di popolo che ne impedì il completo smantellamento. Tista era una bottega storica e chi subentrò, pur cambiando la destinazione d'uso, dovette conservarne almeno in parte gli arredi, ancora oggi godibili.

P.s.: la bicicletta che si vede nella prima foto in alto a destra, era sua.

 

BIADINA

 

TOPONIMO

Il nome biadina deriva dalla biada per i cavalli. La biadina è nata a Lucca nel negozio di (Giambattista Nardini) Tista, nel quale prima lui ed in seguito il "ragazzo di bottega" Vincenzo Landucci detto "Tista" al quale era stata tramandata la ricetta del liquore, offriva ai viandanti venuti a Lucca per il mercato "un po' di biada per il cavallo, ed un po' di biadina per il cavaliere".

RICETTA

Si tratta di un liquore dal colore ambrato scuro e dal gusto di erbe delicatamente amarognolo. La gradazione è di 27°. La ricetta originale è molto antica e prevede una lunga macerazione di erbe aromatiche, di corteccia di Ginebona officinalis e di china (in particolare la China Massagli tipica di Lucca).

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Biadina

P.s.: Sta spopolando in rete, nei gruppi lucchesi, la notizia che il nipote starebbe mettendo in produzione la Biadina originale, secondo la ricetta di Tista. Sarà... ma io, da allora, bevo la Massagli e devo dire che non mi ha mai fatto rimpiangere l'altra (anzi, mi pare che pure lui la vendesse).

 

 

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